Tour de France 2020, i corridori di casa bocciano le porte chiuse e attaccano: “Proposte assurde, la ministra è scollegata dal nostro mondo”
I corridori francesi dicono la loro sulla possibilità di correre il Tour de France a porte chiuse. Nella giornata di ieri Julian Alaphilippe aveva detto di non voler nemmeno pensare a questa possibilità, che però appare molto concreta. Intervistati da Ouest – France anche i suoi colleghi e connazionali Lilian Calmejane (Total Direct Energie) , Valentin Madouas (Groupama – FDJ), Nicolas Edet (Cofidis) e Tony Hurel (St Michel Auber) hanno mostrato una posizione simile e quasi unanime, respingendo in blocco una possibilità del genere, con il corridore della Total Direct Energie che ha voluto sottolineare come in questo momento la loro nazione abbia altre priorità.
“A mio avviso, questo non è il centro delle preoccupazioni dei francesi al momento – ha detto – Penso che ora sia difficile fare previsioni, c’è ancora molto tempo. Per me è difficile immaginare la Grande Boucle senza spettatori, sarebbe strano. Il pubblico rende la corsa magica e, in più, ti dà quella giusta dose di adrenalina e ti fa dimenticare la sofferenza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Nicolas Edet: “Non oso nemmeno immaginarlo. Il Tour si dovrà correre in condizioni normali altrimenti non ha ragion d’essere. Credo che la ministra dello sport sia completante scollegata dal nostro ambiente. Una corsa di ciclismo non è una competizione di nuoto che si fa in una piscina”.
Ancora più scettico è stato poi lo scalatore della Groupama – FDJ: “Impossibile che si faccia il Tour a porte chiuse. Non vedo come possa essere possibile, sapendo che ci saranno milioni di spettatori ai bordi delle strade” è stato il suo commento a cui ha immediatamente fatto eco quello di Hurel: “Le proposte della ministra sono assurde perché tutto il Tour è prima di tutto una grande festa di pubblico”.
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